Pagine

Cerca nel blog

martedì 9 ottobre 2012

Tentò di salvare il piccolo Alfredino Rampi: Angelo Licheri, un piccolo grande uomo

Una storia che a ricordarla mette i brividi. Ho voluto e voglio bene a quest'uomo, come la maggior parte degli italiani che, pur non conoscendolo di persona,  ricorda quel terribile dramma. Ore interminabili di dolore e angoscia, attaccati al televisore aspettando notizie positive, sperando e pregando affinchè Alfredino potesse salvarsi. Quando successe io avevo più o meno l'età del piccolo Alfredino e ricordo che quando mio padre mi spiegò quello che stava succedendo io rimasi impietrito. Terrorizzato dall'idea di quel pozzo "infernale", stretto, buio  e profondissimo che aveva inghiottito un bambino come me. 

Tra le tante persone che cercarono di fare qualcosa per aiutare quel bambino, un eroe di nome Angelo Licheri, vincendo la paura, si calò a testa in giù fino a 64metri di profondità, in un buco largo circa 30cm.
Angelo Licheri il giorno che cercò di salvare
il piccolo Alfredino caduto nel  pozzo artesiano
Oggi quell'eroe,  che in quei terribili momenti ha incarnato la volontà e lo spirito di tutti gli italiani mentre tendeva le mani cercando di afferrare Alfredino per strapparlo a quella orrenda sorte, oltre ad avere gravi problemi di salute (il diabete gli ha già causato l'amputazione di una gamba) versa anche  in difficoltà economiche. 

Chi vuole può aiutare Angelo con una donazione seguendo il link in fondo alla pagina.
P.S. Basterebbe un euro da parte di ognuno di noi per rendere un po più agevole la vita di quest'eroe dimenticato.



La storia di Alfredino
Donazione per Angelo Licheri

1 commento:

  1. Credo che per chiunque abbia più di 35 anni (io ne ho 38) sia indelebile il ricordo di quei giorni. Ogni tanto ci si ritrova a parlarne sottovoce perché rievocare quello sfortunato evento fa male, troppo male: inaccettabile prendere atto che un bambino perda la vita, stretto nella contrapposizione assurda tra sovrumani sforzi e palese inesperienza di chi lo avrebbe potuto e dovuto proteggere (i “grandi”). Sottolineo inesperienza, ma non conoscenze, quelle c’erano! Ma in quel momento non erano disponibili sul posto… Da quel giorno lo Stato, l’Italia intera ha mostrato al mondo la propria essenza umana, la propria impotenza, le conseguenze devastanti di un fatalismo diffuso. Se non è colpa di nessuno, tutti sono colpevoli. E ne abbiamo preso atto, è nata la Protezione Civile. Ma non riesco a togliermi dalla testa se è davvero necessaria la morte insensata di un bambino perché si muovesse qualcosa. In questo caso purtroppo la mia domanda ha trovato la risposta. Voglio però lasciare un pensiero rivolgendomi proprio a quella piccola creatura: “Caro Alfredino, se il destino non ti avesse così crudelmente chiamato a sé, oggi avresti circa la mia età. Chissà cosa avresti combinato nella tua vita… del bene..? del male…? Non lo sapremo mai, non hai avuto la possibilità di mostrarcelo. E’ proprio per questo mi sento in dovere (ed invito tutti) ad avere rispetto della mia vita, proprio in segno di rispetto della tua così breve esistenza. Porterò avanti il tuo ricordo in tutti i momenti (tristi e felici) che tu non hai avuto l’opportunità di vivere. Sono sicuro che siamo in tanti a farlo, sommessamente, senza clamore, senza dirlo, ma lo facciamo, per te lo facciamo! Un caloroso ed infinito abbraccio”. PS: ricordo a tutti coloro che leggono questa pagina che c’è un modo MOLTO CONCRETO per ricordare il piccolo Alfredino: SOSTENERE IL CENTRO ALFREDO RAMPI, un’associazione fondata dalla sua mamma Franca subito dopo quei tristi giorni e che si occupa di prevenzione ambientale per i bambini, protezione civile e soccorso, nell’intento che tragedie simili non si ripetano mai più. Il Centro ha già fatto molto ma ha bisogno di un maggior sostegno per diffondere le proprie iniziative in tutto il territorio. Il sito è: http://www.centrorampi.it. Un caloroso abbraccio a tutti e, di nuovo, un pensiero per Alfredo Rampi, classe 1975, l’unico vero sacrificio umano che la storia contemporanea ha vissuto prima che la nostra società cominciasse a redimersi (a soli 6 anni, ma si può?!).

    RispondiElimina